La sala Capitolare

Questa sala è l’esatta proiezione della Cappella sottostante, ma mentre sotto si è immersi in una penombra diffusa che invita alla meditazione, qui ci si trova avvolti da una luce gioiosa e da un clima di festa: come se, attraverso un continuo richiamo alle virtù, si sia voluto indirizzare i confratelli in un percorso di ascesa verso la visione delle realtà celesti; determinante, al riguardo, è la decorazione del soffitto, opera di Giambattista Tiepolo. Al centro del soffitto della sala si trovava un tempo una tela raffigurante l’Assunta, opera dipinta nel 1638 da Alessandro Varotari detto il Padovanino. Al Tiepolo fu proposto in un primo tempo di completare la decorazione degli scomparti laterali, ma l’artista condizionò l’accettazione dell’incarico alla rimozione della tela centrale per poter realizzare un progetto unitario. Il 21 dicembre 1739 fu deciso con 37 voti favorevoli e 4 contrari di affidare al Tiepolo l’intera decorazione della sala; egli avrebbe dovuto consegnare l’opera a breve termine (fine del 1740), invece per il completamento degli scomparti laterali si dovette attendere fino al 1743 e per la tela centrale fino al 1749. La decorazione pittorica del soffitto comprende nove scomparti che hanno come filo conduttore l’esaltazione e la glorificazione dello Scapolare. Lo schema compositivo si rifà ai cicli decorativi di Paolo Veronese realizzati per Palazzo Ducale mentre l’iconografia si ispira all’iconologia di Cesare Ripa. La tela centrale raffigura la Madonna che appare improvvisamente in un cielo tipicamente veneziano a San Simone Stock, mentre un angelo gli offre lo Scapolare. La Vergine, sorretta da un vortice di angeli, tiene il Bambino con il braccio sinistro ed appoggia il braccio destro sulla testa di un angelo; il suo volto bellissimo, di un ovale perfetto, con le palpebre socchiuse e la bocca con le labbra piene, ricorda le figure femminili dipinte dal Tiepolo. La scena è immersa in una luce dorata e vibrante che suggerisce e richiama un senso di forte vitalità e di accentuato dinamismo. Ai lati della tela centrale notiamo quattro scene rettangolari raffiguranti, in senso orario:

a) un angelo con mazzo di gigli (simbolo della castità) e un putto che agita lo Scapolare;
b) un angelo in veste rossa che reca lo Scapolare ai fedeli;
c) angeli che portano un libro con le regole della Scuola;
d) un giovane muratore che sta precipitando da un’impalcatura e viene sorretto con gesto materno da un angelo che tiene nella mano lo Scapolare.

Ai quattro angoli della sala sono rappresentate virtù e beatitudini. Dal lato dell’altare sono raffigurate le virtù cardinali: nell’angolo sinistro la Prudenza e la Temperanza, tra le quali è inserita la Purità; nell’angolo destro la Giustizia e la Fortezza, quest’ultima appoggiata ad una colonna e con accanto il leone marciano. Sul fondo della sala nel lato sinistro troviamo la Penitenza, l’Umiltà e la Castità, mentre nell’angolo destro sono raffigurate le virtù teologali:

a) la Fede in un trionfo di colori bianchi che sorregge con un braccio la croce e con l’altro il calice;
b) la Speranza vestita di verde che si appoggia ad un’ancora, dà le spalle allo spettatore e guarda lontano (tipiche e bellissime sono nel Tiepolo le figure femminili viste di spalle);
c) la Carità con veste rossa dallo sguardo malinconico, che sorregge dei vivaci bambini con i capelli scarmigliati dal vento.

A rendere più prezioso questo ciclo pittorico concorrono gli stucchi già eseguiti nel 1740 da Abbondio Stazio che furono, per desiderio dello stesso Tiepolo, colorati e dorati da Carpoforo Mazzetti detto il Tencalla. Alle pareti laterali della Sala Capitolare figurano tele dello Zanchi, di Gregorio Lazzarini e di Amedeo Heinz. Sull’altare campeggia una pregevole statua marmorea della Vergine col Bambino scolpita da Bernardino da Lugano nella seconda metà del ’600.

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