La Storia della Scuola Grande dei Carmini

Origini

La Scuola dei Carmini è l'ultima delle otto Scuole Grandi esistenti in Venezia alla caduta della Repubblica, sia con riferimento alla data di fondazione che a quella di riconoscimento del titolo di “Grande”. Infatti al nucleo antico costituito dalle prime sei Scuole Grandi, l'ultima ad essere riconosciuta «scola magna» dal Consiglio dei Dieci fu la Scuola dei Carmini nel 1767, dopo quella di S.M. della Giustizia (meglio conosciuta come di S. Fantin o dei Picai) nel 1687, due anni dopo il riconoscimento di un’altra Scuola Grande, quella della Beata Vergine dell' Santissimo Rosario, ubicata in una cappella della chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e fondata nel 1575 e riconosciuta Grande nel 1765.

La storia della Scuola

La Scuola dei Carmini fu fondata il 1° marzo 1594 come «Confraternita sive scola di laici sotto il nome della Gloriosa Vergine Maria del Monte Carmelo» da Bernardin Soardi, di origine bergamasca e di professione «tellarol», fabbricante o commerciante di stoffe. Egli venne nominato priore della nuova Confraternita, mentre era pontefice Clemente VIII, patriarca Lorenzo Priuli, doge Pasquale Cicogna. Inizialmente la Scuola aveva la sua modesta sede ed un altare nel convento e nella chiesa appartenente ai Carmelitani («di antica osservanza») che sorgevano in campo dei Carmini del sestiere di Dorsoduro. Attualmente il convento, dopo la soppressione dell'Ordine ad opera di Napoleone e l'espropriazione dei beni, è diventato la sede dell'Istituto Statale d'Arte.
Le antiche cronache raccontano dell’esistenza verso la fine del XIII secolo di una Congregazione o Confraternita laica di donne, nota come «Pizzocchere dei Carmini». Di questa Confraternita si conosce molto poco: all'inizio essa si riuniva nella chiesa di Santa Maria del Carmelo (o dei Carmini), la cui costruzione, iniziata nel 1286, si protrasse fino al 1348, ma che doveva essere stata aperta al culto molto prima di tale data, una volta ultimate le principali strutture. Inoltre è noto che le Consorelle portavano, come segno distintivo, lo «Scapolare», che esse stesse producevano in stoffa e che veniva distribuito ai devoti quale oggetto di devozione e di protezione mariana, (indossata sotto le vesti e costituita da due lembi rettangolari di stoffa sui quali venivano raffigurati la Madonna e il Cristo, tenuti insieme da un cordoncino che girava sulle spalle). Questa Confraternita femminile si riuniva ancora autonomamente nel 1498 in un ospizio attiguo alla chiesa dei Carmini, denominato la «Madonna della Speranza». Attualmente la denominazione della calle delle Pazienze, che costeggia la chiesa, ricorda che nelle case adiacenti queste donne lavoravano a questo oggetto di devozione, che veniva distribuito dopo essere stato benedetto dai frati.
Nel 1593 Bernardino Soardi, spinto dall'estendersi in Venezia della devozione per il culto dello Scapolare del Carmine, soprattutto in funzione antiprotestante, chiese al priore generale dell'Ordine dei Carmelitani, Giovanni Stefano Chizzola, di fondare nella chiesa conventuale dei Carmini, in parrocchia di Santa Margherita, una scuola laica di devozione intitolata alla Beata Vergine del Carmelo. La concessione di usufruire dell’altare dell’Assunta nella chiesa carmelitana per le cerimonie religiose dei Confratelli è testimoniata dal testo della mariegola compilato già nel 1594.
Al 3 marzo 1595 è datato l'accordo stipulato dal Notaio Francesco Mondo tra la Scuola e i Carmelitani della vicina chiesa, che sanciva tra l’altro l'autonomia della Confraternita nei confronti dei carmelitani, che in quell’occasione concessero ai Confratelli, dietro pagamento di un affitto annuo, gran parte della navata destra della loro chiesa e l’altare precedentemente dedicato a Santa Maria Elisabetta, che venne ricostruito in legno dipinto dedicandolo alla Vergine del Carmelo (è lo stesso altare della Visitazione di Maria Ver­gine, dove si riunivano le Consorelle della Confraternita delle Pizzocchere). La pala dipinta da Pase Pase, rappresentante “La Vergine in gloria e le anime del purgatorio” (1594), fu regalata alla Scuola dallo stesso artista, che risulta tra i fondatori della Scuola.
Con decreto in data 22 settembre 1597 è il Consiglio dei Dieci ad autorizzare la fondazione della «Fraterna sotto il nome del Santissimo habito della Gloriosa Ver­gine Maria del Monte Carmelo» Come tutte le scuole fu sottoposta all'autorità dei Provveditori di Comun della Serenissima Repubblica di Venezia. Il Priore della confraternita era eletto dalla assemblea degli iscritti.
Con decreto del Consiglio dei Dieci in data 27 aprile 1767 la «Scuola della Beata Vergine del Carmelo» da minore, fu elevata a Scuola Grande e assoggettata alla disciplina del Magistrato degli Inquisitori e Revisori sopra le Scuole Grandi. Trova­vano spazio in questa Scuola anche le donne, caso unico tra le confraternite grandi che, sorte come scuole di battuti, non erano state accettate fin dal tempo delle prime Scuole. Esse rappresentavano una forma di pietà e di carità tangibile; sostenevano una for­ma di iniziativa laica, rifiutando qualsiasi interferenza da parte del clero. Diverse furono le occasioni in cui anche il Consiglio dei X si oppose alla partecipazione dirigenziale del clero nelle Scuole, che viene anche indicato severamente come la causa della loro rovina.
A seguito del decreto del 26 maggio 1807, con il quale il governo francese sopprimeva le «scuole e società religiose laicali», con la sola eccezione delle Confraternite del Santissimo Sacramento, il 1° ottobre 1807 il Prefetto dell'Adriatico consentì alla Scuola dei Carmini di funzionare come «compagnia laicale addetta ad oggetti di culto», senza più alcun obbligo verso lo Stato. Dopo il 1806 la Scuola sopravvisse precariamente a causa di gravi motivi economici, tanto che fu fortemente ridotta l'attività di culto. La situazio­ne iniziò a migliorare dopo il 1817 grazie all'intervento di alcuni volonterosi. Nel 1825 venne eletto nuovamente il Guardian Grande ed i membri della Cancelleria.
L'Imperatore d'Austria con decreto del 7 dicembre 1853 autorizzò il ripristino della Confraternita dei Carmini, ne approvò il relativo regolamento organico e le concesse anche il titolo di «Arciconfraternita».
Nel 1921 il Ministero dell’Interno dichiarò la Scuola Grande «Ente soggetto alle disposizioni in materia di assistenza e beneficenza pubblica» e rese alla stessa applicabile, senza necessità di alcun speciale riconoscimento, la legge 6972 /1890 (cosiddetta Legge Crispi). Nello stesso anno la Prefettura di Venezia invitò la Scuola Grande ad adeguare il proprio statuto alle disposizioni sulle IPAB, allegando anche lo schema di statuto da adottare.
Nel 1938, essendo Guardian Grande Antonio Cosulich, il Patriarca di Venezia, Card. Adeodato Giovanni Piazza, riconsacrava l’edificio, sede della Scuola Grande, restituendolo al culto.
A seguito della riforma del Concordato lateranense avvenuta con la legge 222 /1985, il 1° giugno 1987 l’Arciconfraternita Scuola Grande di Santa Maria del Carmelo, ente canonicamente eretto ed ente civilmente riconosciuto con il richiamato R.D. 4 luglio 1941, fu iscritta nel Registro delle Persone Giuridiche in qualità di ente ecclesiastico presso il Tribunale Civile e Penale di Venezia.
La Scuola Grande dei Carmini è attiva ai nostri giorni.